Incontro con Piera Levi Montalcini

“Bisogna lasciare che i ragazzi abbiano il tempo di riflettere, di pensare, sedimentare le cose. Oggi pretendiamo da loro di essere sempre di fretta, di fare tutto di fretta, di indirizzarsi fin da giovanissimi in qualcosa senza dare loro il tempo di capire quali interessi hanno, qual'è la loro indole. Voi ragazzi e ragazze del liceo Monti, proprio perché la vostra scuola vi offre tutti gli strumenti per farlo, avete tutto il tempo e le capacità per poter invece fermarvi a pensare e riflettere, ed anche sbagliare. Perché sbagliare non è un disastro ma è ciò che ci permette di capire chi siamo e capire anche gli altri”. Con questo prezioso consiglio Piera Levi Montalcini, nipote del premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini e presidente dell'omonima fondazione, ha salutato i ragazzi e le ragazze della IIIAC durante l'incontro conclusivo di un progetto di educazione civica organizzato dalla docente di lettere Serena Dellamore. Gli allievi infatti durante l'anno hanno letto il libro, scritto dalla senatrice a vita e premio Nobel, “Elogio dell'imperfezione” per poi così parlarne con la dottoressa Piera Levi Montalcini, erede spirituale delle grande neurologa, durante un incontro via meet lo scorso 19 aprile. All'incontro ha partecipato anche la dirigente Simonetta Bini che ha sottolineato come “sia importante conoscere persone che hanno speso la loro vita ed i loro talenti per la comunità e Rita Levi Montalcini ne è un esempio”. Il titolo del libro “Elogio dell'imperfezione” è stato ben spiegato dalla nipote dell'autrice “nessuno è un animale perfetto, elogiare ciò che è imperfetto significa stimolare a perfezionarci sempre”. Le ragazze ed i ragazzi hanno chiesto all'ingegnera Levi Montalcini ricordi, aneddoti, storie della sua famiglia, composta non solo da “zia “Rita, ma anche dai fratelli, fra cui il padre della stessa Piera, tutti eccellenti professionisti nei loro campi. Una famiglia che durante l'avvento del fascismo ha subito la privazione dei diritti a causa delle leggi razziali come ha raccontato la stessa presidente. “In piena persecuzione razziale la vita scorreva come sempre, ma mio padre, architetto, mia zia Paola pittrice e zia Rita dovettero smettere di lavorare e furono radiati dai rispettivi albi professionali. Si sono così adattati a vivere al di fuori del mondo normale, zia Rita per esempio ha potuto continuare le sue ricerche in un piccolo laboratorio che si fece costruire in camera da letto da mio padre. Fu certo un periodo di grande trauma per tutti loro, tanto zia Paola per anni non riuscì più a dipingere perché diceva di non vedere più nell'essere umano un'altra persona in cui rivedersi”. Gli argomenti trattati con la dottoressa Levi Montalcini sono stati tanti, dalla scoperta del fattore di crescita delle cellule neuronali, alla vita privata della stessa premio Nobel, alle difficoltà nel mondo della scienza per le ricercatrici ed i giovani. “Zia Rita era una giovane donna ebrea in un momento storico in cui le donne dovevano stare in case a badare ai figli e con la sua determinazione e caparbietà ha sfondato il tetto di cristalli che impediva alle donne di dedicarsi alla scienza. Un tetto che esiste ancora, ma che si sta affievolendo perché a fare ricerca scientifica sono sempre più donne che uomini. Ma le donne entrano nei campi lasciati liberi dai maschi e poco retribuiti. Le donne stanno entrando in maniera massiccia e dimostrano di avere una capacità analitica molto spiccata. Ragazze dovete pensare che se un uomo l'ha fatto lo può fare anche una donna, almeno per quanto riguarda il campo del pensare, fare ricerca”

...