Incontro con Roberto Mercadini per il progetto “Bomba atomica”

All’interno del progetto “Bomba atomica”, il 12 marzo presso la palestra dell’istituto si è tenuto l’incontro con l’autore Roberto Mercadini, che ha rappresentato per i ragazzi delle classi quinte coinvolte (5Ae, 5Be, 5Ce, 5Ds, 5Ac, 5Bc) una preziosa occasione di riflessione e approfondimento relativamente al libro letto Bomba atomica dello stesso Mercadini, riconosciuto come il più bello dell’anno 2020 dal quotidiano La Repubblica, e al film visto Oppenheimer di C. Nolan, fresco vincitore di 7 premi Oscar. Si riportano i commenti di alcuni allievi partecipanti.
“Questo confronto con lo scrittore è stato, secondo noi, molto interessante, coinvolgente e ricco di spunti di riflessione. Questi ultimi, in particolare, sono emersi ed hanno avuto origine in seguito alle nostre domande ed ai nostri ragionamenti, i quali venivano posti all’autore, che forniva le proprie interpretazioni e risposte. Attraverso questa modalità si sono venuti a creare un clima molto stimolante ed un vero e proprio dibattito, che riguardava e comprendeva curiosità sulla vita di Mercadini e la stesura dell'opera, ma anche temi più rilevanti, come quello della "responsabilità della scienza” e del ruolo giocato dall’oratoria all’interno del panorama degli avvenimenti politici e storici. Nonostante siano stati affrontati argomenti di profondo spessore ed importanza, il narratore è comunque riuscito a mantenere uno spirito ed un atteggiamento molto scherzosi, che hanno contribuito a mantenere acceso l’interesse e a catturare l’attenzione degli spettatori, senza, però, sminuire i contenuti delle tematiche. Infine un altro aspetto che abbiamo apprezzato molto è stato quello di avere approfondito anche la comprensione del nuovo film di Christopher Nolan, Oppenheimer, riguardo la vita del celebre fisico statunitense direttore del “Progetto Manhattan”. Il lungometraggio infatti ha rivestito una discreta importanza nel dibattito, in quanto per la sua comprensione si è rivelata di vitale importanza proprio la lettura del libro dell’autore e poiché questi ha espresso il proprio parere riguardo ad esso, dimostrando e riflettendo su come fosse possibile ricostruire differentemente le esperienze di vita dello scienziato, applicando scelte narrative alternative.
(Agnese Matteagi, Pietro Bracci, Riccardo Casadei, Francesco Stargiotti, Giulia Pezzi, Jacopo Matteuzzi - cl. 5Ds)
“[...] Alla richiesta di cosa l’avesse portato a trattare di questo preciso avvenimento storico e scientifico in maniera così romanzata, Mercadini risponde che la creazione della bomba atomica è stato un evento di per sé intrinsecamente gremito di colpi di scena, di fatti che non dovevano accadere ma che sono accaduti, di casualità, per cui era perfetto per farci un romanzo. Lo scrittore spiega che non ha avuto necessità di aggiungere dettagli per rendere il racconto maggiormente avvincente o interessante, lo era già di per sé. La sorpresa infatti non sta nel finale ma nei singoli passaggi precedenti, nei malintesi, nei retroscena e nelle casualità che hanno portato alla creazione di questo ordigno nucleare come un drammatico domino di coincidenze.
Questo sconcerto risiede inoltre nella misteriosa inerzia che, come spiega Mercadini, ha trascinato gli scienziati a capo del “Progetto Manhattan”, proprio come i personaggi di Ariosto nell’Orlando furioso che si affannano senza tregua. Del libro di Mercadini colpisce per lo più il finale luminoso, sul quale gli viene avanzata una domanda da parte di una studentessa che chiede come mai abbia scelto di continuare la storia una volta scoppiata la bomba e per quale motivo abbia deciso di spostare l’attenzione nel finale sulla storia di due personaggi sconosciuti, sopravvissuti allo scoppio della bomba. La risposta di Mercadini è molto affascinante: questi giustifica la sua scelta argomentando di aver voluto concludere l’opera con un messaggio positivo, portatore di luce e speranza; questi due personaggi infatti riemergono dalle ceneri del disastro nucleare, rifiorendo grazie a qualcosa che si ostina a rimanere vivo nonostante sia circondato dalla morte, dalla follia.”
(Cl. 5Be)
“Nell’ultima parte del libro vengono narrate le storie di coloro che hanno subito le conseguenze della bomba. Dal capitolo “L’incubo che salvò centinaia di vite” si vede un radicale cambio nella narrazione. Si passa infatti da un libro quasi avventuroso, che ci tiene sulle spine, in ansia, mentre ci domandiamo come si riuscirà ad ottenere la bomba, ad una biografia di natura storica, concreta ed estremamente triste. Ho apprezzato molto questa scelta dell'autore."
(Sirine Aya Sadeddine - Cl. 5Ae)


Il referente del progetto,
Prof. Filippo Pollini