“Per educare un bambino ci vuole un villaggio”


Messaggio di saluto per l’apertura del nuovo anno scolastico del Dirigente dell’Ambito Territoriale di Forlì-Cesena e Rimini

Ai Dirigenti scolastici
Ai Docenti
Al Personale non docente
Agli studenti
Alle famiglie
Ai Sindaci

“Per educare un bambino ci vuole un villaggio”.

 

Quest’anno il rientro a scuola è annunciato dai dibattiti sulla sicurezza e sulla salute e sugli interventi da adottare per contrastare la diffusione delle droghe e le varie forme di bullismo. I problemi dell’edilizia scolastica, la proposta di installare telecamere nelle aule per scongiurare forme di violenza e criminalità, la richiesta di interventi mirati delle forze dell’ordine per sconfiggere lo spaccio di stupefacenti riflettono quell’aspirazione alla sicurezza individuale che si manifesta in modo preponderante nel “sentire” della società.

Del resto scuola e società sono strettamente connesse l’una all’altra; la scuola, oasi di dialogo e di costruzione del sapere per tutti, essendo fatta di soggetti appartenenti alla società civile è sottoposta agli stessi bisogni e timori che la circondano, e come tale si caratterizza per essere “specchio della società” e del territorio che la ospita. Non c’è dubbio che nel nostro territorio un’esigenza prioritaria riguardi l’edilizia scolastica, sia per la messa in sicurezza di edifici e spazi laboratoriali sia per l’incremento congruo di aule e palestre…

Tuttavia la scuola è anche altro: risorsa di cambiamento sociale e presidio fondamentale per la costruzione di una cittadinanza democratica.

Come è stato affermato, “viviamo in una società in rapida trasformazione, ricca di opportunità e di rischi, che deve affrontare nuovi conflitti ed emergenze planetarie. Nuove sfide coinvolgono la politica, il lavoro, gli stili di vita di milioni di persone. L’interdipendenza tra culture e identità, tra locale e globale è sempre più evidente. Le strutture tradizionali, a cominciare dalla famiglia, sono sottoposte a nuove tensioni e cambiamenti profondi. L’invadenza del mercato e dei consumi negli stili di vita e nei modi di pensare produce nelle persone una profonda crisi di senso” (FoNAGS).

In questo contesto la scuola ha un grande ruolo da giocare: creare per tutti maggiori occasioni di crescita culturale, fornire a tutti strumenti più solidi per capire dove sta andando il mondo e per potervi lasciare un’impronta, per trovare una propria dignitosa occupazione e per contribuire allo sviluppo civile e socio-economico del proprio territorio.

Questo ruolo il sistema scolastico e formativo può svolgerlo se gli insegnanti e più in generale chi opera nella scuola –oggi più che mai alle prese con problemi inediti, che non si producono a scuola, ma che nella scuola emergono e si impongono all’attenzione generale- non sono lasciati soli nella loro fondamentale azione quotidiana. La caduta di prestigio dell’insegnante non favorisce il raggiungimento degli obiettivi indicati; c’è quindi bisogno che il sistema scolastico senta intorno a sé un Paese solidale e per questa via recuperare in pieno la dignità e l’autorevolezza necessari.

Papa Francesco recentemente, rivolgendosi ai membri dell’Associazione Italiana Genitori, ha sollecitato le famiglie a “realizzare un dialogo costruttivo” col sistema scolastico e formativo: “(…) vi invito a coltivare e alimentare sempre la fiducia nei confronti della scuola e degli insegnanti: senza di loro rischiate di rimanere soli nella vostra azione educativa e di essere sempre meno in grado di fronteggiare le nuove sfide educative che vengono dalla cultura contemporanea, dalla società, dai mass media, dalle nuove tecnologie”. E ha concluso citando un saggio proverbio africano: “Per educare un bambino ci vuole un villaggio”.

Sono certo che non mancherà l’impegno delle donne e degli uomini di scuola di questo territorio per educare i giovani alla cittadinanza attiva, per far comprendere (e vivere) loro la partecipazione e la condivisione dei valori fondamentali, per costruire per loro strumenti e cultura capaci di consentire a tutti, per il prosieguo della loro vita, di sapersi inserire nel mondo che cambia.

È importante però che anche gli studenti collaborino, con senso di responsabilità e volontà di essere protagonisti attivi nella loro formazione umana e culturale e che le famiglie interagiscano in maniera propositiva e costruttiva con le istituzioni scolastiche. Il difficile compito del Dirigente scolastico, sottoposto a continue nuove incombenze e diviso quasi sempre nella direzione di due scuole, se non addirittura di tre, va compreso e apprezzato, pur talora nella diversità di idee, che deve però trovare una sintesi costruttiva per il bene degli studenti. Parimenti è indispensabile la collaborazione con gli Enti locali e le Associazioni territoriali, da cui dipendono le possibilità di migliorare e incrementare le offerte formative delle istituzioni scolastiche.

I soddisfacenti risultati conseguiti fino ad oggi ci permettono di guardare con fiducia ed ottimismo il prossimo futuro, a prescindere da eventuali cambiamenti normativi, che comunque nel passato questo territorio ha sempre saputo declinare in modo costruttivo e funzionale al miglioramento del sistema di istruzione. Il mio auspicio è che continui a svilupparsi e si intensifichi ovunque un’azione sinergica tra scuole e comunità locali, garanzia di esiti apprezzabili e di successo.

 

Auguro a tutti voi un buon anno scolastico!

 

Lì, 17.09.2018

Il Dirigente Giuseppe Pedrielli