Una passeggiata nella storia

Venerdì 1 dicembre le classi 4ac e 4cc del liceo classico V.Monti, accompagnate dai
professori Bassi, Piraccini e Zoffoli hanno avuto la possibilità di visitare gli scavi archeologici in corso da circa sei mesi nei pressi di Sala di Cesenatico. L’indagine archeologica è cominciata in seguito all’apertura del cantiere per il tratto Ravenna-Jesi di un metanodotto realizzato da Snam Rete Gas S.p.a. Grazie ad alcune indagini a scopo preventivo, infatti, sono stati rinvenuti lungo il tracciato alcuni reperti di epoca romana; questi ritrovamenti hanno portato ad una serie di scavi archeologici, durante i quali sono stati portate alla luce delle strutture risalenti ad un periodo che va dal I secolo a.C. al IV d.C.
Si parla, in particolare, dei resti di quella che fu probabilmente una mansio, una delle tante stazioni di posta situate lungo le strade romane e poste a un giorno di viaggio l’una dall’altra.
Le mansiones erano provviste di hospitia (i corrispettivi antichi dei nostri alberghi), oltre che di magazzini e scuderie. Era poi piuttosto frequente che intorno alle originali mansiones si sviluppassero centri urbani anche grandi: è il caso dell’odierna Londra.
Ora, gli scavi di Sala non sono gli unici condotti in zona negli ultimi anni. Tra il 2018 e il 2020 ci sono stati degli scavi a Gatteo, collegati al sito di San Giovanni in Compito (anche qui sono stati trovati i resti di una mansio); i siti, ci è stato spiegato, corrispondono a luoghi indicati nella Tavola Peutingeriana, una copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostra le vie stradali dell'Impero romano; alcuni elementi porterebbero a pensare che il sito trovato da Snam sia quello indicato nella Tavola come Rubico Flumen.
Veniamo a noi. Nel sito di Sala di Cesenatico sono stati trovati dei pilastri appartenenti ad un porticato, che probabilmente facevano parte dell’ edificio principale della mansio, una necropoli e due fornaci, una più grande e una di dimensioni minori.
Particolarmente interessante è stata la spiegazione riguardante la fornace, di tipo verticale.
Essa risale al I secolo a.C., ed era adibita alla produzione di ceramiche e soprattutto laterizi.
Notevole è poi la storia della necropoli, databile al III-IV secolo d.C. Dopo secoli
dall’abbandono della mansio e dei relativi edifici, infatti, la fornace era stata ricoperta da uno strato di terra; è per questo che le sepolture si trovano tanto vicine alla fornace: chi ha inumato i corpi non sapeva della sua esistenza. Per quanto riguarda le ossa riesumate, esse presentano i segni di un duro lavoro durante la vita e sono accompagnati da un corredo funebre molto scarso: si può quindi supporre che coloro che si insediarono nel luogo che secoli dopo abbiamo visitato non fossero particolarmente benestanti, anzi.
A questo punto, quasi giunti al termine della visita, si è tenuto un momento molto gradito dalla classe: alcuni archeologi ci hanno mostrato alcuni dei reperti trovati sul posto. Molti di questi sono stati trovati nelle sepolture; collane, unguentari e monete sono stati gli oggetti in generale più ammirati.
Si è così conclusa la nostra mattinata agli scavi, rivelatasi un’attività davvero stimolante da più punti di vista: è stato sicuramente affascinante poter vedere gli archeologi all’opera in situ e poter vivere un’esperienza diversa dalla “solita” uscita didattica al museo. Oltre a questo, la visita è stata un’occasione per orientarsi nel vasto mondo delle scelte universitarie e lavorative: un modo, insomma, per capire meglio se una determinata professione possa rientrare o meno nei nostri interessi e nelle nostre prospettive future.
Un ringraziamento sentito va alla ditta Manna, in particolare al titolare sig. Pierpaolo e a sua moglie Linda che oltre ad aver proposto, organizzato ed offerto questa interessante attività, hanno accolto i ragazzi con affetto ed attenzioni.

di Zocchi Sofia Claudia 4AC