Incontro con Libera

Sabato 17 Febbraio noi studenti delle  classi 3Ds 3Fs e 3Cc abbiamo incontrato alcuni
rappresentanti di “Libera”, ovvero Eraldo Neri, Pasquale Corvino, Franco Ronconi e
Vincenzo Morrone. “Libera” è un’organizzazione antimafia, che si occupa della
rigenerazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
In questo incontro sono state trattate diverse tematiche, in particolar modo legate alla città di Casal di Principe, luogo in cui si è tenuto l’ultimo campo “E!State Liberi!” in onore del trentesimo anniversario della morte di don Giuseppe Diana.
Il fine principale dei campi è il rinnovo del territorio che consiste nel riutilizzo dei beni
confiscati alle mafie, creando un modello di economia alternativo a quello criminale. Questi luoghi, infatti, sono stati adibiti a svolgere attività socialmente utili come l’accoglienza per i migranti, la produzione di prodotti agricoli, l’insegnamento della lingua italiana per gli stranieri, il ricevimento di famiglie con difficoltà economiche, ecc.
Oltre a questo, l’associazione “Libera” si occupa di favorire percorsi di reinserimento socio- lavorativo per i carcerati, aiutare ragazzi stranieri a trovare lavoro per rinnovare il permesso di soggiorno e garantire un appoggio per le persone affette da malattie mentali che in Libera possono trovare una “famiglia”.
Dopo che Vincenzo Morrone ci ha esposto le attività svolte nel campo, ha preso la parola Pasquale Corvino raccontandoci una storia iniziata nel 1963 che vede coinvolti quattro bambini che frequentavano tutti lo stesso contesto scolastico, ma le cui vite prenderanno strade molto differenti: uno diventerà prete (don Giuseppe Diana), uno criminale mafioso, uno barista, ucciso a causa di un malinteso nel 1991, e l’ultimo un membro di “Libera”.
Questa storia ci ha colpite particolarmente, perché abbiamo capito che è possibile, anche in contesti in cui c’è un forte radicamento della criminalità, scegliere cosa fare della propria vita. L’essenziale è conoscere, capire e condividere le difficoltà in cui ci si trova, in modo tale da permettere anche agli altri di trovare il coraggio di far sentire la propria voce.
Dopo una breve pausa, Franco Ronconi ci ha spiegato che nel Nord Italia la mafia ha
compiuto un’evoluzione, per cui i suoi reati vengono definiti finanziari poiché manca
l’aggravante intimidatorio, ma mettono lo stesso in crisi l’economia del Paese poiché rimane un legame tra le organizzazioni criminali e le imprese. Anche questo intervento ci ha impressionate, perché, seguendo erroneamente lo stereotipo comune, pensavamo che la mafia fosse radicata esclusivamente nel Sud Italia, mentre anche solo dalla quantità di beni confiscati nella città di Cesena abbiamo capito che non è così.
È stato poi spiegato l’iter per la confisca di un bene, che ha inizio dal sequestro per il
sospetto che questo sia gestito in modo illecito, segue poi un processo alla fine del quale, se il giudice dichiara colpevole il proprietario del bene, scatta la confisca per cui quest’ultimo diventa patrimonio dello Stato, il quale, in seguito, lo consegnerà al comune che a sua volta lo affiderà ad un ente che ne attiverà la rigenerazione.
Ciò che ci ha particolarmente scosse è la durata di circa quindici anni del processo per la confisca, perché questo tempo comporta la degradazione del bene e per questo gli enti, a cui viene affidato, devono spendere più tempo e denaro per restaurarlo. A causa di questo, un bene che potrebbe immediatamente essere utilizzato per attività socialmente utili viene abbandonato a se stesso per tempi estremamente lunghi.
Hanno poi ricordato il giorno dedicato alle vittime innocenti di mafia, ovvero il 21 marzo, quando a Roma verranno nominate tutte 1069, di cui l’85% non ha ancora avuto giustizia.

Un numero che ci mette ribrezzo, perché coinvolge persone che hanno invece il merito di aver cercato di combattere questa lotta contro la criminalità.
Pasquale Corvino ha spiegato, inoltre, il funzionamento delle “lavatrici", ovvero quei luoghi in cui viene ripulito il denaro “sporco” come sale giochi, compra oro, banco dei pegni e ristoranti. Anche questa informazione ci ha colpite, perché frequentiamo abitualmente alcuni di questi ambienti e non ci aspettavamo che dietro ad essi potessero nascondersi attività del genere.
In conclusione, l’incontro ci ha rese consapevoli di situazioni, presenti anche nel nostro
territorio, delle quali non eravamo a conoscenza. Abbiamo capito l’importanza della condivisione di questi argomenti perché più persone conoscono, maggiori saranno la consapevolezza e lo sradicamento di queste organizzazioni criminali.
Vogliamo terminare con una citazione di Pasquale Corvino che ci ha profondamente
toccate: “La differenza sta tra avere paura e scappare; scappare infatti non è la soluzione, perché, se tutti fossero scappati, nessuno avrebbe cambiato la storia”.

Mia Brighi, Matilde Strada e Martina Tolan
Cl. 3Fs

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