Incontro con Pino Masciari

Sabato 19 novembre le classi 3Cc e 4Cc, nell’ambito del progetto di istituto Ambiente e legalità, si sono recate all’Istituto Pascal Comandini per incontrare uno dei testimoni di giustizia attualmente più importanti, ovvero Pino Masciari, invitato dall’associazione Libera contro le mafie.

Pino Masciari può essere definito un cittadino onesto che decide di schierarsi dalla parte della legalità, ma soprattutto è un padre di famiglia che nella vita era riuscito a realizzarsi come imprenditore edile in un territorio definito da lui stesso “il più bello d’Italia  dal punto di vista paesaggistico, ma profondamente contaminato”, ovvero la Calabria.

Viene da chiedersi da cosa sia contaminato questo territorio e per spiegarlo Pino ci racconta delle intimidazioni che a un certo momento della sua attività comincia a ricevere per costringerlo a versare alla ‘ndrangheta, “il grande mostro” come lui lo definisce, il 3% della rendita totale per poter lavorare in tranquillità nei luoghi in cui costruiva opere pubbliche.

E’ una mafia che ha colpito altri imprenditori amici di Pino, i quali sottostanno ad essa e in silenzio pagano il 3% imposto, consigliandogli di fare altrettanto. In quel silenzio assordante Pino non riesce a vivere e quindi decide di denunciare e di rivolgersi alle istituzioni, che in quegli anni però non fanno molto per proteggerlo.

Nel settembre del 1994 Pino è costretto a chiudere la sua azienda e licenziare tutti i suoi operai  a seguito di continue minacce, ma non basta; una notte la sua auto viene bruciata, le fiamme entrano in casa, la sua vita e quella della sua famiglia viene messa a repentaglio. Tutto ciò perché stando dalla parte dello Stato aveva denunciato capi mafiosi e anche funzionari statali e magistrati corrotti alla Commissione antimafia costituita da Giovanni Falcone.

Tre anni dopo,  nell’ottobre 1997, “per grave ed imminente pericolo di vita” si trova costretto a fuggire nella notte con sua moglie e i suoi due bambini senza poter avvisare nessuno, e a trasferirsi in una provincia protetta e in una casa piccolissima per entrare in un programma speciale di protezione.

 Pino Masciari è un padre che attualmente si sente in colpa per la vita che hanno avuto i suoi figli che, sottoposti anche loro al programma di protezione, si sono visti togliere il diritto a una vita normale senza poter neanche andare a catechismo,come sottolinea lui stesso.

Possiamo vedere una persona che ha difeso la legalità e che ha dato la sua vita per lo Stato, ma a cui le istituzioni a volte  hanno voltato le spalle. Infatti funzionari corrotti e infiltrati dalle mafie possono avere paura di persone come lui, capaci  di rivendicare i propri diritti e denunciare chiunque non glieli garantisca. Attualmente Pino Masciari è sotto scorta ma non ha la certezza di poterla mantenere.

Pino conclude il suo discorso dicendo che tutti abbiamo due scelte: la legalità e l’illegalità,ognuno di noi può mettere il proprio seme di speranza e può dare il proprio contributo affinché storie come la sua non si ripetano, perché lo Stato siamo noi. Con molta commozione ci dice che ha fiducia nella nostra generazione e questo gli dà la forza necessaria per continuare a portare la sua testimonianza nelle scuole.

Manuela Schiavone 3Cc

Quante volte capita di sentir parlare della mafia e di tutte quelle brutture di cui capace? Ma, effettivamente, quante volte viene spiegata così direttamente da far davvero capire di cosa sia capace, di quanto così silenziosamente e impietosamente rovini i sistemi dello Stato ?
Il 19 novembre, all'istituto professionale di Cesena Comandini, Pino Masciari l'ha fatto. Davanti ad alcune classi, di cui due del Liceo Monti di Cesena, si è raccontato con coraggio, verità ma sopratutto senza alcuna remora e paura.
Egli è un testimone di giustizia,  che dal possedere un immenso patrimonio economico si è ritrovato a scappare dalla sua città di notte, senza nemmeno avvisare i suoi parenti e senza poter tornarci per anni, si è ritrovato ad avere la scorta, una  costante paura per la sua vita, quella di sua moglie e i suoi due figli, che sebbene piccolissimi sono stati privati di "una vita normale" e tranquilla. E tutto questo perchè? Semplice, si è rifiutato di pagare il pizzo e coraggiosamente  ha denunciato chi gliel'ha chiesto nonostante le continue aggressive intimidazioni.
Ma non si è limitato a raccontare la sua storia.
Con "tanto amore" -parole sue- e passione ci ha regalato lezioni di vita. Ci ha incoraggiati a non avere paura ad essere dalla parte della giustizia, perchè sí, forse lo Stato talvolta pecca ma siamo proprio noi a crearlo. Ci ha spronato a non avere paura. Tutti hanno delle debolezze ma con esse anche coraggio ed è proprio quest'ultimo ciò su cui dobbiamo basarci per affrontare le difficoltà. Infine ci ha ispirato a non avere paura della realtà perché raccontarla ci rende solo più liberi.

 

Giordana Pullano 3Cc